AUTISMO
Autismo: sintomi.
Quando si parla di Autismo a ognuno vengono in mente volti e storie di bambini e famiglie, ma nessuna di queste storie sarà uguale ad un’altra, prima di tutto perché l’Autismo è un disturbo che si presenta con sintomi e manifestazioni molto diverse da un soggetto ad un altro! Per questo si parla di spettro autistico, cioè di un gruppo di persone che può variare per gravità e varietà di sintomi e comportamenti, ma che hanno in comune questi due aspetti fondamentali:
- Deficit persistente nella comunicazione sociale e nell’interazione sociale.
- Comportamenti e/o interessi e/o attività ristrette e ripetitive.
Autismo: Sensory Overload.
I sintomi devono essere presenti nella prima infanzia, ma possono non diventare completamente manifesti finché la domanda sociale non eccede il limite delle capacità e l’insieme dei sintomi deve compromettere il funzionamento quotidiano.
Inoltre ci sono spesso disfunzioni nella sensorialità, sono ipersensibili o iposensibili rispetto a stimoli uditivi, visivi, tattili e anche gustativi e olfattivi.
Guarda il bellisimo video sul sensory overload.
Autismo: cause.
Le teorie sulle cause dell’autismo si sono molto modificate nel tempo. Fino agli anni ’70 prevalsero le teorie psicoanalitiche che trovavano le cause dell’isolamento dei bambini autistici in una cattiva relazione con la figura materna. E’ la teoria della “madre frigorifero”, che è ormai del tutto superata, a favore di teorie neuropsicologiche che descrivono l’autismo come un disturbo organico dello sviluppo neurologico: all’origine dell’autismo quindi ci sono quindi diversi fattori che agiscono insieme. Fattori genetici che predispongono i soggetti a manifestare con più facilità il disturbo, fattori neurologici che mostrano alterazioni in alcune aree del cervello deputate alle capacità sociali e fattori ambientali che facilitano la manifestazione del disturbo.
Pur essendo un disturbo di natura organica però, non sono ancora stati individuati elementi specifici comuni a tutti i bambini autistici: ad esempio non esiste il gene dell’autismo! Ma piuttosto si tratta di uno sviluppo totalmente diverso del cervello dei bambini autistici: è “un altro mondo”! Tutto da conoscere per poter vivere insieme ed aiutare queste persone ad adattarsi alle richieste di un mondo “non autistico”.
Autismo: diagnosi e trattamento.
La diagnosi è di tipo clinico, ovvero si basa su questionari, osservazioni e tests. Non esiste un esame medico che permetta una diagnosi di Autismo, però spesso vengono somministrati anche risonanze magnetiche ed indagini genetiche per avere informazioni anche di tipo medico. La diagnosi si basa sui criteri del Manuale diagnostico DSM-V ed è di competenza del Neuropsichiatra Infantile.
Esistono diversi tipi di interventi terapeutici destinati ai bambini autistici per incrementare le autonomie, le abilità sociali, la comunicazione, la regolazione emotiva, le abilità cognitive o per gestire difficoltà sensoriali o problemi di comportamento. Alcuni di questi sono: il programma TEACCH, il modello Denver, la Comunicazione Aumentativa (CAA), il metodo ABA. Tutti questi interventi hanno in comune il fatto di appartenere al filone delle teorie cognitivo- comportamentali, i cui obiettivi sono migliorare la qualità della vita di persone autistiche e famigliari intervenendo all’interno dell’area di sviluppo prossimale (Vygosky) sui bisogni presenti. Io in particolare applico i principi del TEACCH che qui elenco:
- Principio TEACCH Numero 1: Per insegnare nuove abilità bisogna adeguare l’ambiente alle difficoltà dell’individuo.
- Principio TEACCH Numero 2: La collaborazione tra genitori e professionisti è condizione indispensabile per il trattamento a tutte le età: in età prescolare con i pediatri e i logopedisti.
In età scolare con gli insegnanti e i dirigenti scolastici; in età adolescenziale e adulta con le aziende attraverso la mediazione di educatori esperti capaci di trovare il lavoro adatto e di favorire l’acquisizione delle necessarie competenze.
- Principio TEACCH Numero 3: Perché l’intervento sia efficace bisogna porre grande enfasi sui punti di forza del bambino e iniziare da questi per porsi obiettivi realistici e raggiungibili. I punti di debolezza vanno riconosciuti e accettati.
- Principio TEACCH Numero 4: La cornice teorica entro la quale la prassi educativa del TEACCH si muove è quella cognitivo-comportamentale.
- Principio TEACCH Numero 5: E’ fondamentale una accurata diagnosi funzionale e la valutazione delle singole aree dello sviluppo prima dell’intervento messo a punto alcune scale di valutazione specifiche per le persone affette da autismo.
- Principio TEACCH Numero 6: L’insegnamento deve essere strutturato con supporti visivi.
Su questo principio qualche parola in più, perché è uno dei cardini su cui imposto il mio lavoro. La strutturazione dell’ambiente aiuta il bambino a calmarsi e ad apprendere. La mente del bambino autistico è caotica e l’ambiente ordinato e strutturato deve aiutarlo a mettere ordine, così come una protesi aiuta a supplire alla mancanza di una struttura anatomica.
Analogamente allo spazio, anche il tempo va strutturato, va reso prevedibile mediante un programma chiaro, che deve essere visualizzato con i mezzi che sono comprensibili al bambino: parole scritte, disegni o oggetti veri quando la capacità di simbolizzazione del bambino è così carente che anche il linguaggio delle figure risulterebbe inintelligibile. Il compito va organizzato in modo tale da favorire l’autonomia e ridurre al minimo il bisogno di aiuto da parte dell’educatore.
La disposizione del tavolo di lavoro va programmata a seconda delle diverse fasi dell’insegnamento: uno a uno con due sedie poste ai due lati del tavolo per l’insegnamento di nuove abilità, di fronte ad un muro con il calendario delle attività per favorire l’acquisizione di autonomie in compiti in cui si esercitano abilità acquisite, in piccoli tavoli rotondi per fare lavori in piccoli gruppi.
L’insegnamento deve procedere a piccolissimi passi senza dare mai per scontata l’acquisizione di abilità. Uno degli esercizi di base è l’accoppiamento di parole a immagini. Un altro è l’accoppiamento per lettera e per colore. Ancora: impilare, suddividere, impacchettare, sempre dopo avere strutturato visivamente l’attività, in modo da renderla comprensibile attraverso la modalità sensoriale meglio sviluppata, o comunque meno compromessa, che è il canale visivo.
- Principio TEACCH Numero 7: Formazione Multidisciplinare e Modello Generalista. Il punto di partenza per tutti gli educatori, siano essi genitori o professionisti, è la conoscenza delle caratteristiche peculiari dell’autismo.
La collaborazione genitori-professionisti è indispensabile.
CONTATTA LA PSICOLOGA
Attualmente ho fatto scelte lavorative che mi hanno portato a svolgere la mia attività di psicologa presso alcuni centri per l’autismo, abbandonando l’attività privata in studio.
Per questo non mi è possibile accogliere richieste di appuntamento.
Se però hai necessità di contattarmi per informazioni o un consiglio, puoi comunque raggiungermi attraverso questo format.